Patrono

L’Arcangelo Michele Patrono delle Congregazioni  di San Michele Arcangelo

Nel cammino della spiritualità del Beato Bronislao Markiewicz hanno avuto un ruolo importante sia il culto che l’intercessione degli angeli, in modo particolare quella di San Michele Arcangelo, che il Beato ha scelto come patrono delle sue opere e delle nuove congregazioni.

Il Beato Bronislao Markiewicz, in una delle sue catechesi pubblicate sulla rivista “Temperanza e lavoro” nel lontano 1902, così spiegava l’importante ruolo di questo Arcangelo: “Viviamo in tempi molto tristi. Mai come oggi le potenze del male si oppongono con così grande forza, tenacia, caparbietà e furbizia, contro Dio e la sua Chiesa. La rabbia delle potenze ostili è giunta ad una misura di lotta tale che mostra i segni di una battaglia sovraumana. Le associazioni impenetrabili hanno accerchiato il globo e si sono intromesse nei più importanti ambienti per rovesciare altari e troni.

In momenti così difficili bisogna avere un aiuto nella lotta contro le forti potenze del male, più di una luce e più di una forza soprannaturale. Nei tempi attuali è necessario rivolgersi con rinnovato vigore e in maniera particolare a San Michele, principe e comandante degli eserciti celesti, il quale dopo la Vergine Santissima occupa nel cielo il primo posto e influisce anche sulle sorti del mondo. La nostra ultima vittoria è nelle loro mani. San Michele Arcangelo dopo Maria Vergine Santissima è la prima potenza nel cielo e sulla terra.”

In un’epoca in cui le forze del male hanno enorme libertà di azione, fuorviando e rapendo anime, la figura di San Michele assume un valore di prim’ordine. Il suo nome deriva dall’espressione «Mi-ka-El», che significa «chi è come Dio» e poiché nessuno è come l’Onnipotente, l’Arcangelo combatte tutti coloro che si innalzano con superbia, sfidando l’Altissimo.  Nella Sacra Scrittura è citato cinque volte:  nel libro di Daniele, di Giuda, nell’Apocalisse e in tutti i brani biblici è considerato «capo supremo dell’esercito celeste», ovvero degli angeli in guerra contro il male.

Nella Tradizione Michele è l’antitesi di Lucifero, capo degli angeli che decisero di fare a meno di Dio e perciò precipitarono negli inferi. Michele, generale degli angeli, è colui che difende la Fede, la Verità e la Chiesa. Dante (1265-1321) illustra mirabilmente la bellezza e la potenza di questo Principe celeste e la sua solerzia nel proteggere il genere umano dalle insidie di Satana. Nelle litanie dei Santi pregate in Purgatorio da coloro che in terra furono invidiosi, San Michele è il secondo nominato, dopo Maria Santissima, segno del suo grande potere di intercessione (Purgatorio XIII, 51).

Maria Vergine e l’Arcangelo Michele sono associati nel loro combattimento contro il demonio ed entrambi, iconograficamente parlando, hanno sotto i loro piedi, a seconda dei casi, il serpente, il drago, il diavolo in persona, che l’Arcangelo tiene incatenato e lo minaccia, pronto a trafiggerlo, con la sua spada. Il suo culto è molto diffuso sia in Oriente che in Occidente, ne danno testimonianza le innumerevoli chiese, santuari, monasteri e anche monti a lui intitolati. In Europa, durante l’alto Medioevo, furono edificati in suo onore tre gioielli di devozione, di storia, di architettura ed arte: l’abbazia di Mont Saint-Michel in Normandia, La Sacra di San Michele sul Monte Pirchiriano, in Piemonte e il santuario del Monte Gargano in Puglia. Difensore della Chiesa, la sua statua compare sulla sommità di Castel Sant’Angelo a Roma ed egli è protettore del popolo cristiano, come un tempo lo era dei pellegrini medievali contro le insidie che incontravano lungo la via.

Leone XIII (1810-1903), il 13 ottobre 1884, dopo aver terminato di celebrare la Santa Messa nella cappella vaticana, restò immobile una decina di minuti in stato di profondo turbamento. In seguito si precipitò nel suo studio. Fu allora che il Papa compose la preghiera a San Michele Arcangelo. Successivamente racconterà il Pontefice di aver udito Gesù e Satana e di aver avuto una terrificante visione dell’inferno: «ho visto la terra avvolta dalle tenebre e da un abisso, ho visto uscire legioni di demoni che si spargevano per il mondo per distruggere le opere della Chiesa ed attaccare la stessa Chiesa che ho visto ridotta allo stremo. Allora apparve San Michele e ricacciò gli spiriti malvagi nell’abisso. Poi ho visto San Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l’Arcangelo».

Dopo circa mezz’ora fece chiamare il Segretario della Sacra Congregazione dei Riti, ordinandogli di far stampare il foglio che aveva in mano e farlo pervenire a tutti i Vescovi della Chiesa: il manoscritto conteneva la preghiera che il Papa dispose di far recitare al termine della Santa Messa, la supplica a Maria Santissima e l’invocazione al Principe delle milizie celesti, per mezzo del quale si implora Dio affinché ricacci il Principe del mondo nell’Inferno.

Tale supplica ci porta a rivolgerci a San Michele Arcangelo, invocando la sua intercessione, il suo aiuto, non solo per noi, ma per tutta la Chiesa, di cui Egli, assieme a San Giuseppe è il santo patrono.

“San Michele Arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio.  Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu, Principe della Milizia Celeste, con il potere che Ti viene da Dio, incatena nell’inferno satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen”.